ANCORA SUL FIUME SAND CREEK – Ricordando Fabrizio de André

10 01 2009

Ricordando Faber, a dieci anni dalla sua morte, con le sue canzoni dedicate agli ultimi, agli emarginati, ai diversi. Dalla varia umanità dei vicoli di Genova fatta di puttane, ubriaconi e contrabbandieri, agli zingari o ai pellerossa massacrati al fiume Sand Creek…
La storia, come ben sappiamo in questi giorni, si ripete e altri civili sono sotto le bombe nella striscia di Gaza. Sicuramente Fabrizio ha cantato questa canzone anche per loro.

L’episodio avvenne nell’accampamento di pellerossa Cheyenne e Arapaho lungo le rive del fiume Sand Creek, nel Colorado, nel novembre 1864. I Pellerossa stavano trattando la pace ormai da mesi ed erano perciò convinti di non avere nulla da temere dai soldati bianchi; infatti, erano stati invitati a riunirsi tutti nello stesso luogo proprio per accordarsi con il governo degli Stati Uniti. In realtà, l’ordine, a quanto pare, era quello di sterminarne quanti più possibile. I soldati giunsero negli accampamenti e aprirono il fuoco di sorpresa. I capi dei Nativi non vollero combattere perché intendevano mantenere fede ai patti stabiliti. Non sapevano che per certi bianchi esiste la legge solo per coloro che se la possono permettere. Furono freddati senza pietà. Fu un orribile massacro di circa 150 persone tra donne, bambini e vecchi – i guerrieri erano a caccia – perpetrato da un certo colonnello Chiwington, il quale, per questo ed altri meriti patrii, fu poi insignito di varie onorificenze e fu eletto al Senato degli Stati Uniti. 

FIUME SAND CREEK

Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura
sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura
fu un generale di vent’anni
occhi turchini e giacca uguale
fu un generale di vent’anni
figlio d’un temporale

c’è un dollaro d’argento sul fondo del Sand Creek.

I nostri guerrieri troppo lontani sulla pista del bisonte
e quella musica distante diventò sempre più forte
chiusi gli occhi per tre volte
mi ritrovai ancora lì
chiesi a mio nonno è solo un sogno
mio nonno disse sì

a volte i pesci cantano sul fondo del Sand Creek

Sognai talmente forte che mi uscì il sangue dal naso
il lampo in un orecchio nell’altro il paradiso
le lacrime più piccole
le lacrime più grosse
quando l’albero della neve
fiorì di stelle rosse

ora i bambini dormono nell letto del Sand Creek

Quando il sole alzò la testa tra le spalle della notte
c’erano solo cani e fumo e tende capovolte
tirai una freccia in cielo
per farlo respirare
tirai una freccia al vento
per farlo sanguinare

la terza freccia cercala sul fondo del Sand Creek

Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura
sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura
fu un generale di vent’anni
occhi turchini e giacca uguale
fu un generale di vent’anni
figlio d’un temporale

ora i bambini dormono sul fondo del Sand Creek 

 


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4 responses to “ANCORA SUL FIUME SAND CREEK – Ricordando Fabrizio de André”

11 01 2009
Primaticcio (16:34:34) :

Ci manca De André, ci manca la sua credibilità nel far parlare i “dannati della terra”. Credibilità che forse nasceva dal considerarli non “buoni selvaggi”, ma uomini e donne portatori di un’umanità negata, siano essi drogati o condannati a morte, puttane o popoli oppressi.

Saluti.

11 01 2009
rossanec (19:54:58) :

Ci manca molto sì, soprattutto oggi, ci mancano i suoi giudizi e la sua personalità sempre “in direzione ostinata e contraria”.

Grazie

28 03 2009
anonimo (02:30:47) :

onore a Bubola!!

28 03 2009
monacozen (09:15:27) :

“Sand Creek” è pure il titolo di un libro di poesie di Lance Henson, di cui parlai (postandone forse qualche lirica).

Non è il gusto (orrendo ed orrido) dell’autocitazione ma per accarezzare con un sorriso il gioco-intreccio dei tag…

E, soprattutto, per aver l’occasione di citare, suggerire indicare, nominare ancora questo poeta cheyenne.

Si corre poi e infine il rischio di poter acquistare il suddetto libro fra i remainders, a tre euro e venti, o settanta che sia.

Ed. Biblioteca dell’immagine, se non ricordo male.

O qualcosa di analogo.

Buona giornata. ; )