IAM TECUM EST NOSTRA SUBSTANTIA

24 05 2009



Paradiso_Canto_31a

IAM TECUM EST NOSTRA SUBSTANTIA


BeatoAngelico_PolitticoGuidalotti

DONEC OCCURRAMUS OMNES IN VIRUM PERFECTUM

ilparadisobangelico

IN MENSURAM AETATIS PLENITUDINIS CHRISTI

beato-angelico1

(cliccate sull’immagine per ascoltare il "Te Deum" di Arvo Part))

 

 



UN AUGURIO SPECIALE

1 01 2009

Il Duomo di Brescia con la neve 1-1-2009

 

Brescia questa mattina con la neve. In primo piano vedete il Duomo Vecchio una delle più antiche e suggestive costruzioni romaniche della città, pressoché unica in Italia, essendo a pianta centrale e a due piani. Probabilmente fu costruita così per la sua funzione di martyrium cioè una chiesa-santuario per la conservazione delle reliquie.
Essa conserva, infatti, la preziosa reliquia della Santa Croce che, con la sua stauroteca bizantina, fu portata a Brescia, secondo la tradizione, dal duca Namo di Baviera all’epoca di Carlo Magno. 
Si tratta di un frammento del legno della croce di Cristo rinvenuta da sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino in Terrasanta. Molto probabilmente tale reliquia, essendo legata a Costantino il Grande, era messa in relazione anche con la sacralità del potere imperiale, con l’ideale trascendente della giustizia e della pace.
Non so perché vi sto raccontando questa storia, forse perché qui è passata la devozione di tutta la città fin dai tempi più antichi – dal momento che la Santa Croce nel Medioevo era issata anche sul Carroccio di Brescia – e perché mi ricorda la Terrasanta e quello che sta succedendo là proprio in questi giorni. 
All’ingresso di questa chiesa c’è la famosa tomba monumentale del vescovo Berardo Maggi che viene ricordato dai rilievi scolpiti nel XIII secolo per aver riportato la pace nella città tra le famiglie delle fazioni in lotta tra Guelfi e Ghibellini.
Coloro che governano dovrebbero pensare di meritare una scultura come questa sulla loro tomba: dove gli uomini si scambiano "le paci".
Qui nei giorni festivi vado a cantare la messa in latino in gregoriano, e a volte sento sul serio le voci della fede dei padri arrivare fino a me, nella luce della storia. Questo tempio ha un’anima e così possa essere per noi: la nostra storia possa diventare un tempio interiore della nostra vita.

Questo è il mio augurio e non solo per quest’anno.

 

 



IN DEDICATIONE BASILICÆ LATERANENSIS

26 12 2008
10 Novembre 2008
San Giovanni in Laterano abside
Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Un’inutile voce che grida? Cosa avete visto, una casupola?

Ieri era la celebrazione della fondazione della basilica di San Giovanni in Laterano, la più antica non solo di Roma, ma di tutto l’Occidente, fondata sul ricordo del sacrificio dei primi cristiani per la fede. Non siete andati a vedere una canna sbattuta dal vento, ma il tempio vivo di Dio, fondato sulla roccia, la roccia della memoria, del sangue e del coraggio, nonostante la tempesta, perché la tempesta c’è sempre, ma non c’è solo quella. La creazione è immagine dell’intelligenza divina e l’uomo è chiamato a concorrere a quella creazione oppure le sue migliori risorse periranno con lui. Nel seguire la creazione di Dio diveniamo liberi, ma essa esiste già in noi, ognuno di noi è tempio e pietra viva. Ognuno di noi con la sua varietà e perfino con il sue imperfezioni forma la grande opera.
«Stringendovi a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire

sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo.

Si legge infatti nella Scrittura:

Ecco io pongo in Sion

una pietra angolare, scelta, preziosa

e chi crede in essa non resterà confuso

Onore dunque a voi che credete; ma per gli increduli

la pietra che i costruttori hanno scartato

è divenuta la pietra angolare,

sasso d’inciampo e pietra di scandalo.» (dalla I lettera di San Pietro)

‘Oculi omnium in te sperant Domine’ –
"Fiat pax in virtute tua et abundantia in turribus tuis" -:

http://www.youtube.com/watch?v=lGdtll3KAqw

Petite, et dabitur vobis; quaerite et invenietis; pulsate, et aperietur vobis. (Matt. 7.7)



NOTTE AL MONTE SACRO DELL’ARCANGELO – Viaggiando in Normandia

26 12 2008

18 Agosto 2008

Mont Saint Michael Chiostro

O uomini delle terre del Nord ascoltate: c’è un luogo sulla rocca di granito rosa tra acqua, terra e cielo, dove arde il fuoco del Paradiso sulla guglia più alta, e intorno maree come torrenti in piena e alghe e sabbie brune e grigie, rosa di madreperle, insidiose come sirene.

Abbazia di Mont Saint Michael - Interno

Là io sono giunto un giorno d’estate per intonare lodi all’Onnipotente e far risuonare le antiche mura del loro canto perpetuo. La notte ha accarezzato i miei passi, la luce era dentro di me, il vento dell’oceano e la strada scavata dai secoli, verso lo scoglio di granito rosa…

Mont Saint Michael - Le sabbie mobili intorno all

Dove Aroldo e i suoi prodi furono inghiottiti dalla palude, dove furono imprigionati dalle sabbie bellissime come meretrici che divorano ogni vivente, chiunque vorrà giungere abbandoni il ricco mantello, le armi della strage, e venga a piedi con la forza sola del suo corpo e della sua anima. Senza cavallo, come il pellegrino che leggero arriva alla meta dopo tanto patire.

Abbazia di Mont Saint Michael - Guglia centrale

Allora l’arcangelo dalla spada fiammeggiante peserà la sua anima e la troverà lieve come piuma: da sola salirà in alto là nei cieli cristallini, dove gli spiriti alati ruotano le sempiterne sfere.
La via è segnata, il cammino è a metà. Sto tornando da Te, cantando, anche nella notte.

Mont Saint Michael