LE DOMANDE DI KAUSHAL

13 07 2012

Dopo aver compiuto tutto il rito con grande emozione e pianto seguendo passo dopo passo le preghiere e le invocazioni del proprio maestro. Dopo aver pronunciato con tutto il suo cuore le solenni promesse: Non uccidere, non rubare, non dire menzogne, non commettere adulterio, non bere sostanze inebrianti; allora il giovane Kaushal si rese conto di aver ricevuto l’iniziazione di Avalokiteshvara dal suo maestro il venerabile Tenzin Gyatso e si sentì indegno di seguire un simile bodisattva. Allora pieno di timore si avvicinò al suo venerabile maestro e così gli chiese:
“Perché hai scelto me, perché proprio me hai voluto per portare questa grande responsabilità della salvezza e della felicità di tutti gli esseri senzienti? Io non so se potrò mai farcela, mi sento piccolo e indegno, colmo delle mie imperfezioni, sofferente degli stessi mali di coloro che dovrei curare… Non so se credo abbastanza nell’uomo e nella vita e nella bontà degli esseri senzienti e nel loro comune desiderio di felicità sono confuso e mi sento privo di forze e di antidoti contro i tre veleni…”
Ma il maestro rispose: “Non sono io che ti ho scelto, ma tu sei venuto. Tu eri qui, ed eri qui perché tu credi nell’uomo forse non te ne rendi veramente conto, ma tu fermamente credi nella bontà umana e nella sua possibilità di liberazione e a mostrarlo sono state le tue lacrime, l’acqua che usciva da te e purificava la tua mente e vuotava il tuo cuore. Tu guardavi gli esseri viventi e sentivi la loro vicinanza. Non sei stato scelto a caso eri qui perché dovevi essere qui. Eri qui perché hai saputo aderire alla via e perché anche se non sei diverso dagli altri esseri e uomini tu sai vedere le tue imperfezioni e i tuoi veleni e questo è il primo passo. Se sarai capace di offrirli come sofferenza per il bene di tutti questo sarà il secondo sulla strada della liberazione. Medita sempre e pensa di scambiarti con gli altri e di prendere su di te la loro sofferenza. Non importa quanto tu sia inadeguato: il limite non è una tomba. Addestra la tua mente per il bene di ogni essere senziente e otterrai senza pensarci anche la tua felicità. Sii fiducioso che la felicità si può raggiungere e che un cambiamento è possibile, nonostante possa sembrare il contrario. Non devi fermarti all’apparenza. ma medita nel profondo della vacuità perché non esiste separazione, ma un’unità universale. Prendi rifugio nel Buddha nel Dharma nel Sangha e non temere, persevera nella tua promessa persevera nella tua pratica persevera nella tua azione e grandi saranno i tuoi frutti.”


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