LE PRIMULE

13 07 2012

Sono le montagne che conosco da sempre, quelle dei miei antenati, eppure così lontane da me, mai esplorate, solo guardate in fretta tra il buio cadenzato delle gallerie. Dormienti in triste sonno di una primavera secca sotto un cielo azzurrino. Il greto di sassi è quasi tutto visibile e il Taro è poco più di un piccolo ruscello. I segni del fuoco nei prati tra i tronchi degli alberi tagliati. Pulizie di Pasqua che però non sanno di rinascita. Tutto è nulla sotto il sole. Ma all’improvviso le mie compagne di sempre si affacciano incuranti delle poche erbe e dell’aria ancora marronicina dei campi, con il loro piccolo sole tutt’intorno, vivo di verde. Le primule della mia infanzia ci sono ancora.


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