26 Settembre 2008
Quando un progetto di vita fallisce, quando l’amore è perduto, quando tutto sembra crollare come un castello di carte e la vita ci appare come l’inutile arrampicata su una montagna di sapone, molte sono le domande e poche, a volte davvero pochissime, le risposte… se io, se lui (lei)…
Si fanno mille ipotesi e nella mente si agitano altrettante giustificazioni per spiegare perché l’amore se n’è andato, perché quello che credevamo potesse accompagnarci per sempre invece è morto, perduto.
Ci sono responsabilità da attribuire ed esami di coscienza da fare. A volte si ignora che forse ciò che se n’è andato doveva semplicemente andarsene, perché questa era la sua natura. Nella nostra vita è molto più facile trovare ciò che finisce di ciò che è destinato a durare, questa è la legge del divenire, anche per noi stessi.
Questo mondo come goccia di rugiada,
è forse una goccia di rugiada
eppure – eppure…
Dura pochi istanti dopo il sorgere del sole, scivola dalle foglie alla terra, scompare così, ed è comunque bellissima.
Così scrisse Kobayashi Issa per il suo bambino morto, e non credo che non provasse dolore…
E’ umano il dolore, anche la sofferenza che vorremmo evitare lo è. Spesso si medita sui motivi e si scoprono responsabilità proprie e altrui. Nella maggior parte dei casi la nostra interiorità ci appare un labirinto sempre più inestricabile di "se io, se lei" o lui. E magari si dimenticano alcuni dati di fatto, come, per esempio, che si è accettata una relazione con una persona già impegnata, per sperare poi in chissà quali miracolosi cambiamenti in itinere, che in molti casi non si verificano. Spesso si parte già con compromessi di fondo, seguendo il sentimento del momento o semplicemente il vuoto doloroso e ingannevole della solitudine per poi scoprire troppo tardi che non conosciamo chi ci sta accanto… Ma ci interessava davvero conoscerlo?
O scopriamo che il suo modo di intendere la relazione era ben diverso dal nostro… Siamo davvero certi che prima non lo sapevamo?
Sicuramente, ad un certo punto, è necessario fare pace con il passato, accettare anche che cose e persone ci abbiamo abbandonato e lasciarle andare, ma lasciarle andare sul serio, anche staccandole dalla nostra mente. Altrimenti resteremo prigionieri dei nostri ricordi, talvolta al punto da non riuscire più a vivere il presente.
Sentinella quanto resta della notte?
C’è una via da percorrere, la via per capire il mondo e noi stessi, non è una via facile perché molto spesso possiamo comprendere chi siamo solo attraverso le esperienze, anche dolorose. Non dobbiamo però giudicarle solo dalla fine: anche la vita finisce eppure è ricca di una varietà infinita di esperienze e sarebbe molto riduttivo giudicarla solo dal suo termine.
Così è la nostra vicenda di uomini: ciò che abbiamo vissuto ci ha comunque cambiato, ma può diventare la nostra tomba oppure un dolore capace di farci approfondire il nostro rapporto con noi stessi e con gli altri.
Auguro a me stessa che sia sempre così.
La gloria del mattino che risplende per un’ora
Non differisce in sostanza dal pino gigante,
Che vive mille anni.
Anche se a volte ci sembrano pochi anche mille anni….