Sapientia ad cognoscendam veritatem

6 01 2012

La festa dei Magi è sempre un momento di meditazione per me.
Il primo aspetto che mi ha colpito oggi è il valore dello studio: questi saggi solo attraverso l’esercizio della scienza, l’approfondimento della meditazione e la ricerca della verità, hanno conosciuto Dio e l’hanno amato al punto da partire dai loro palazzi per affrontare un lunghissimo viaggio di cui

certamente non conoscevano fino in fondo il destino finale. Forse non venivano neppure tutti e tre dallo stesso luogo, quindi avevano intuito la grandezza dell’evento anche partendo da presupposti e da componenti culturali forse diversi. Il sapere è fondamentale, la via del sapere rende fedeli e non fa disperare della meta, rende saldi i presupposti dell’azione e del cammino, la certezza del viaggio.

Il sapere fa conoscere il destino buono di ogni cosa, e sconfigge la disperazione, anche di fronte alla drammaticità del presente. E’ straordinario ciò che essi riconobbero in quel bambino nato da poco: i doni che gli portarono testimoniano che, pur non avendo alcun indizio esteriore essi giunsero a tutte le giuste conclusioni, furono i primi teologi di Cristo: coloro che riconobbero la regalità, la sacralità e il sacrificio fino al martirio, ma anche l’immortalità del corpo stesso di Gesù, poiché la mirra era usata per imbalsamare i corpi. Videro tutto. Lo videro con gli occhi della mente e con la certezza straordinaria che il cielo, il macrocosmo, era rispecchiato nel microcosmo, come un’unica entità universale che chiedeva solo di essere adorata e compresa.

I magi sapevano guardare il destino all’interno del grande Disegno dell’universo, sapendo che ogni passo, ogni particolare, ogni minuscolo essere concorre alla grande meravigliosa unità nella mente divina. Perciò le stelle narrano la gloria di Dio, le opere sue proclama il firmamento. Lo capirono solo guardando i segni della creazione, studiandoli, amandoli, facendoli propri, traducendoli in cammino e traccia. Miracolo della rivelazione. Non si deve disperare del tempo, il tempo è solo l’opera misteriosa della sua manifestazione.
Tutto è già dentro di noi, ma la nostra mente non deve mai smettere di cercare e osservare. Amare il cammino, questa è la vera sapienza.

Dedicato ai saggi di ogni cultura e ogni tempo



EPIFANIA, ANZI, EPIFANIE – Manifestazioni e misteri

6 01 2009

 

Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce,
la gloria del Signore brilla sopra di te.
Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra,
nebbia fitta avvolge i popoli;
ma su di te risplende il Signore,
la sua gloria appare su di te.
Cammineranno le genti alla tua luce,
i re allo splendore del tuo sorgere.
Alza gli occhi intorno e guarda:
tutti costoro si sono radunati, vengono a te.
I tuoi figli vengono da lontano,
le tue figlie sono portate in braccio.
Allora guarderai e sarai raggiante,
palpiterà e si dilaterà il tuo cuore,
perché l’abbondanza del mare si riverserà su di te,
verrà a te la ricchezza delle genti.
Uno stuolo di cammelli ti invaderà,
dromedari di Màdian e di Efa,
tutti verranno da Saba, portando oro e incenso
e proclamando le glorie del Signore…

(Is 60, 1-6).

 

 

 

L’Epifania è una festa molto particolare e molto antica nella storia del Cristianesimo. Una ricorrenza dai molti significati spesso nascosti…

Un elemento interessante lo fornisce la Liturgia delle Ore della giornata, secondo la quale l’Epifania del Signore, vale a dire l’adorazione dei magi e la conseguente rivelazione della sua figura di re-sacerdote e della sua missione terrena, viene avvicinata al miracolo delle nozze di Cana e al battesimo, come recita l’antifona al Magnificat:

‘ Tre prodigi celebriamo in questo giorno santo: oggi la stella ha guidato i Magi al presepio; oggi l’acqua è cambiata in vino alle nozze; oggi Cristo è battezzato nel Giordano da Giovanni per la nostra salvezza’

Perché questo parallelo tra tre episodi apparentemente così diversi?

In realtà, si tratta di tre «Epifanie» in tre momenti molto significativi della vita di Cristo: il primo miracolo a Cana segna il passaggio alla vita pubblica e alla predicazione, mentre il battesimo corrisponde alla chiamata diretta di Dio Padre e quindi all’«investitura» dello Spirito, con conseguente rivelazione della Trinità.

Perciò la materia, come si vede è già di per sé affascinante e ricca di spunti di riflessione.

Ma i magi come erano arrivati lì e chi erano? Perché la loro è un’investitura di così grande valore? Molto probabilmente erano dei re-sacerdoti zoroastriani che conoscevano bene le profezie della loro religione e sapevano, quindi, che ad ogni cambio di segno zodiacale per la posizione dell’equinozio (precessione) faceva seguito anche un cambiamento di epoca e la nascita di un grande personaggio. Se poi si aggiunge che oltre a questo fenomeno, nello stesso segno zodiacale (Pesci) si verificò la congiunzione di Saturno e Giove (il potere regale vecchio e nuovo) per bene tre volte nello stesso anno, si deve credere che i magi seguissero questo rarissimo avvenimento astronomico che via via si verificava, spingendosi verso Occidente; dalla prima congiunzione  avvenuta a maggio all’ultima, nel dicembre del 7 a.C. 

Secondo alcuni, il cambiamento di quell’anno sarebbe stato ancora più potente: infatti avrebbe riguardato il «rivolgimento» totale del cielo, poiché secondo la tradizione, il mondo avrebbe cominciato la sua storia con l’equinozio di primavera posto in Vergine. Ma nel 7 a. C., lo stesso equinozio entrò in Pesci e quindi nel segno in opposizione, cioè nella Vergine, venne a situarsi quello d’autunno.

Perciò la storia della Terra, secondo l’interpretazione degli antichi, aveva compiuto metà del suo ciclo.

Viste in quest’ottica forse anche le altre epifanie di Cristo potrebbero avere significati reconditi, come, ad esempio,  la trasformazione dell’acqua in vino potrebbe riferirsi al sangue del toro ucciso dal dio Mithra e ai rituali ad esso collegati.
Di conseguenza, la liturgia forse intende essere un omaggio a questo antico culto misterico al quale i Magi quasi sicuramente appartenevano.
Ricordo infine, come ha avuto modo di farmi presente di recente un amico, che le tombe dei Magi sono conservate nel Duomo di Colonia e in S. Eustorgio a Milano, poiché i loro resti, dopo essere stati portati dall’Oriente e dopo essere stati trafugati dal Barbarossa, vennero infine divisi tra le due antiche città.



UN ARCOBALENO NELLA NOTTE

26 12 2008
25 Dicembre 2008
In una notte come le altre, i pastori di Betlemme vegliavano all’aperto nelle campagne sotto la luce della luna, e così non fecero molto caso a quei ragazzini che si stavano dirigendo verso di loro: erano vestiti di bianco e sembravano sfiorare l’erba a piedi scalzi nelle loro semplici tuniche che parevano illuminarsi sotto i raggi argentei. I pastori li osservarono curiosi e videro che uno era biondo con gli occhi chiarissimi del colore dell’acqua, il secondo dalla carnagione scura era moro dallo sguardo profondo e il terzo aveva i capelli neri lisci e gli occhi a mandorla. Il loro visi si aprivano in un sorriso che illuminava la notte come fossero stelle.
«Che fate? Voi che vegliate, tra gli uomini, sappiate che un bambino è appena nato qui vicino in una mangiatoia perché sua madre e suo padre non hanno trovato posto nell’albergo. Ha bisogno di tutto, piange perché ha freddo e i genitori non sanno come scaldarlo; non hanno né cibo né acqua…»
Allora i poveri pastori presero chi un panno, chi un po’ di latte o di formaggio, chi un agnellino, perché in quel momento non aveva altro; era poco, ma era tutto quello che avevano, e si diressero verso quella specie di grotta dove a volte si ricoveravano nel freddo inverno con i loro animali. 
Là videro un piccolo bambino che piangeva di freddo, eppure dalla sua culla improvvisata si sprigionava una specie di fiamma come se la paglia stesse prendendo fuoco.

Correggio Natività

Allora i tre ragazzi che li avevano accompagnati si misero dietro di lui e i loro visi parvero ardere, intorno a ognuno di loro sembrava di vedere delle ali, tre paia di ali luminose dei colori dell’arcobaleno. Essi si avvicinarono e lo coprirono con tutti i loro colori lasciando visibile soltanto il viso e avvolgendolo con la loro luce dal rosso all’indaco. Così i pastori capirono che i serafini, i custodi del trono di Dio, stavano vegliando l’Emmanuele… e felici deposero i loro doni accanto a lui.

magi
Nove mesi prima, nel cuore dell’Asia tre saggi matematici, filosofi e astronomi stavano osservando il cielo per interpretare i suoi segni: «Guarda, Melchior, la congiunzione di Giove e Saturno: un re nascerà!»
E l’altro disse: «Sì Balthassar, e vedi il trigono di quel pianeta? Sarà chiamato Signore della compassione e il suo dominio sarà universale»
«Amici, – disse Caspar – Questa è solo la prima delle tre congiunzioni che si verificheranno in questo anno nel segno del nuovo equinozio: si apre una nuova era, colui che aspettavamo sta nascendo, là ad Occidente!»
«Prepariamo i bagagli: dobbiamo andare a onorarlo con i doni dei re e dei sacerdoti: egli sarà Signore dei cieli e della terra perché sarà capace di offrire la sua stessa vita per ogni essere.»
E così si incamminarono seguendo quella stella verso Ovest…