L’EDIPO RE DI FRANCO BRANCIAROLI – Gloria e disfatta di un uomo che credeva di conoscere se stesso

28 04 2010

Franco Branciaroli ci ha abituato a interpretazioni originali dei grandi classici del teatro, scelti anche per la loro caratterizzazione simbolica e filosofica che scandaglia le radici stesse  della vita umana e del mondo. Il suo Edipo è tragico ed ironico allo stesso tempo: vittima ridicola e megalomane della propria hybris, ma anche condannato a pagare per colpe non sue, incestuoso assassino dei parenti, perché per primo condannato a morte dai suoi stessi genitori.

 

Libero di camminare, ma in realtà viandante legato al suo destino di identità perduta come indica l'emblema di quei piedi forati mai del tutto guariti.  Impotente, dunque, nonostante la sua continua pretesa onnipotenza, evidenziata ironicamente da quell'ossessiva pretesa: "Penso a tutto io". Edipo risolve enigmi, tutti quelli che la ragione può capire, ma poi ci sono quelli che né la ragione né la società possono accettare e proprio sulla realtà che supera qualunque umana previsione che Apollo colpisce a morte Edipo. Il re è finalmente e dolorosamente nudo, come qualunque essere umano di fornte al proprio destino.

 


 


 


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