UN ARCOBALENO NELLA NOTTE
26 12 200825 Dicembre 2008
In una notte come le altre, i pastori di Betlemme vegliavano all’aperto nelle campagne sotto la luce della luna, e così non fecero molto caso a quei ragazzini che si stavano dirigendo verso di loro: erano vestiti di bianco e sembravano sfiorare l’erba a piedi scalzi nelle loro semplici tuniche che parevano illuminarsi sotto i raggi argentei. I pastori li osservarono curiosi e videro che uno era biondo con gli occhi chiarissimi del colore dell’acqua, il secondo dalla carnagione scura era moro dallo sguardo profondo e il terzo aveva i capelli neri lisci e gli occhi a mandorla. Il loro visi si aprivano in un sorriso che illuminava la notte come fossero stelle.
«Che fate? Voi che vegliate, tra gli uomini, sappiate che un bambino è appena nato qui vicino in una mangiatoia perché sua madre e suo padre non hanno trovato posto nell’albergo. Ha bisogno di tutto, piange perché ha freddo e i genitori non sanno come scaldarlo; non hanno né cibo né acqua…»
Allora i poveri pastori presero chi un panno, chi un po’ di latte o di formaggio, chi un agnellino, perché in quel momento non aveva altro; era poco, ma era tutto quello che avevano, e si diressero verso quella specie di grotta dove a volte si ricoveravano nel freddo inverno con i loro animali.
Là videro un piccolo bambino che piangeva di freddo, eppure dalla sua culla improvvisata si sprigionava una specie di fiamma come se la paglia stesse prendendo fuoco.
Allora i tre ragazzi che li avevano accompagnati si misero dietro di lui e i loro visi parvero ardere, intorno a ognuno di loro sembrava di vedere delle ali, tre paia di ali luminose dei colori dell’arcobaleno. Essi si avvicinarono e lo coprirono con tutti i loro colori lasciando visibile soltanto il viso e avvolgendolo con la loro luce dal rosso all’indaco. Così i pastori capirono che i serafini, i custodi del trono di Dio, stavano vegliando l’Emmanuele… e felici deposero i loro doni accanto a lui.
Nove mesi prima, nel cuore dell’Asia tre saggi matematici, filosofi e astronomi stavano osservando il cielo per interpretare i suoi segni: «Guarda, Melchior, la congiunzione di Giove e Saturno: un re nascerà!»
E l’altro disse: «Sì Balthassar, e vedi il trigono di quel pianeta? Sarà chiamato Signore della compassione e il suo dominio sarà universale»
«Amici, – disse Caspar – Questa è solo la prima delle tre congiunzioni che si verificheranno in questo anno nel segno del nuovo equinozio: si apre una nuova era, colui che aspettavamo sta nascendo, là ad Occidente!»
«Prepariamo i bagagli: dobbiamo andare a onorarlo con i doni dei re e dei sacerdoti: egli sarà Signore dei cieli e della terra perché sarà capace di offrire la sua stessa vita per ogni essere.»
E così si incamminarono seguendo quella stella verso Ovest…
E l’altro disse: «Sì Balthassar, e vedi il trigono di quel pianeta? Sarà chiamato Signore della compassione e il suo dominio sarà universale»
«Amici, – disse Caspar – Questa è solo la prima delle tre congiunzioni che si verificheranno in questo anno nel segno del nuovo equinozio: si apre una nuova era, colui che aspettavamo sta nascendo, là ad Occidente!»
«Prepariamo i bagagli: dobbiamo andare a onorarlo con i doni dei re e dei sacerdoti: egli sarà Signore dei cieli e della terra perché sarà capace di offrire la sua stessa vita per ogni essere.»
E così si incamminarono seguendo quella stella verso Ovest…