FRANCO BRANCIAROLI SI FA IN TRE – Nella prossima Stagione di prosa sarà Galileo, Don Chisciotte e Edipo

1 08 2009

 

Galileo

Bisogna ammettere che è proprio vero: il teatro è la fonte dell’eterna giovinezza perché c’è sempre una parte da poter interpretare e quindi una diversa dimensione da vivere. Franco Branciaroli l’ha sempre sostenuto e nella nuova stagione 2009-10 sembra, infine, averlo messo in pratica.
Il leader del Teatro degli Incamminati, si farà addirittura in tre: in autunno a Firenze, Padova, Perugia, Pisa sarà ancora una volta il Galileo di Brecht, per la regia di Antonio Calenda, anche in relazione con alle celebrazioni galileiane per i 400 anni dalla scoperta del cannocchiale. Poi a Milano, Ancona, Bologna sarà nuovamente Don Chisciotte, con il suo trattato dell’imitazione dell’antica arte del teatro che pare a volte davvero riflettere su se stessa e sull’uomo con la medesima potenza folle e quasi suicida del cavaliere della Mancia. Ricordiamo, tra l’altro, che con questo spettacolo di cui è anche regista, Branciaroli ha vinto il premio Flaiano 2009 come miglior interprete ed è tra i finalisti del premio ETI, gli "Olimpici del teatro". Infine, nell’ultima parte della stagione (marzo-maggio) proporrà nuovamente, con un ritorno in grande stile al Piccolo di Milano (anche a Ravenna e Torino), il suo Edipo re (regia sempre di A. Calenda) in una versione del tutto originale in cui interpreterà ben tre personaggi Tiresia, Edipo e Giocasta.
Come sempre, le sue scelte non sono casuali poiché delineano un percorso di riflessione sull’origine della coscienza contemporanea e sull’idea stessa della conoscenza.
Il Galileo di Branciaroli, infatti, è quasi "condannato" dalla sua intelligenza a scoprire che la terra non è affatto al centro dell’universo e che, è vero, si apre una nuova era nella storia dell’uomo, ma quasi suo malgrado: d’ora in avanti egli si dovrà misurare con le soverchianti forze della natura da solo, senza l’aiuto della visione celeste antropocentrica e aristotelica che aveva creato nell’aldilà dantesco l’illusione di un universo perfetto e magnificamente ordinato intorno alla natura umana e quindi divina.

donchisciotte

Ora il contraltare di Galileo è, appunto, Don Chisciotte: un uomo solo davanti al suo destino di visionario, sostenitore di un mondo scomparso, delle alte idealità del passato, un mondo che si può solo imitare e che nel confronto con la scienza resta confinato nella sola dimensione fantastica e onirica.
La conoscenza porta dunque al dolore e alla disperazione? Così è certamente per Sofocle, e per tutti i tragici antichi: non si illuda l’uomo che il sapere lo porterà alla felicità, più velocemente, anzi, lo condurrà all’infelicità e alla rovina. Emblematico è il caso di Odisseo, l’eroe della conoscenza per eccellenza eternamente condannato ad odiare ed essere odiato. a sfidare la divinità e a patire dolori e lamenti come il suo stesso nome già lo predestinava, secondo la profezia del nonno Autolico.

edipogiocastafioritleperamd

E predestinato è Edipo colui che ha i piedi forati, perché condannato alla morte dai suoi stessi genitori, maledetto dagli dei e per giunta troppo convinto di "sapere". Ma l’uomo che cosa sa veramente di se stesso? Ciò che può dire la ragione. Ma quello che la ragione ignora chi potrà svelarlo? Così nell’interiorità del re di Tebe si scontrano l’io del suo intelletto investigatore, il senso del divino, cioè il super-io rappresentato da Tiresia e l’es suscitato dalla madre-moglie Giocasta. Tre personaggi che, in realtà, sono solo l’espressione di Edipo stesso, indagatore dell’uomo, e delle sue terribili verità. Crede di poter sopportare tutto, anche la nascita in una condizione miserabile, ma non sa che esistono cose insopportabili, che isolano dal consesso stesso degli uomini. Colui che aveva vinto la sfinge proprio definendo così bene la parabola della vita umana, non sa riconoscere se stesso o meglio, non accetta la propria immagine appena scoperta e si toglie la vista per non contemplare questo "nuovo" Edipo sconosciuto.
Potenza terribile della conoscenza e sua ultima condanna: è l’epilogo di questo viaggio nel labirinto della coscienza moderna firmato Franco Branciaroli.


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