UN MINISTERO PER TUTTE LE STAGIONI – Un incarico ad personam per salvare capra e cavoli

25 06 2010

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La madre di tutti i problemi sembra attualmente per il governo la legge sulle intercettazioni, e così a parte i fedelissimi del premier, c’è chi nicchia e chi sfrutta la situazione a proprio vantaggio. Non è un mistero per nessuno che qualche giorno fa Umberto Bossi, proprio a proposito della legge sulle intercettazioni, aveva dichiarato: “Se il presidente della Repubblica non firma siamo fregati” lasciando intravedere tempi lunghi per l’approvazione del provvedimento.

Ed ecco che improvvisamente, estratto come un coniglio dal cilindro di Arcore, nasce un nuovo ministero a beneficio leghista: un ministero così fondamentale, in questo momento di crisi economica e di tagli, che si è stati incerti anche sul suo nome. D’altra parte cosa sarà mai un nome per questi padani indefessi lavoratori? Non perdiamoci in inutili sottigliezze!  La denominazione del Ministero sarebbe a quanto pare “per l’attuazione del federalismo” ma attualmente nel sito della presidenza del Consiglio è registrato come  “Sussidiarietà e il decentramento”. Insomma, una gran confusione.
 D’altra parte la prima denominazione lo pone come un inspiegabile doppione di quello già guidato da Umberto Bossi. E alloracui prodest? Per dirlo ancora alla latina, sembrerebbe uno dei tanti do ut des di questo esecutivo, ma, comunque, nonostante gli insigni precedenti, si segnala come uno dei più plateali.
 A farci capire la reale natura della situazione ci è venuto generosamente in aiuto proprio il noeministro Aldo Brancher, il quale subito dopo aver giurato nelle mani del Presidente Napolitano e aver ricevuto i complimenti e le felicitazioni di rito, ha invocato con fulminea velocità e un tempismo che vorremmo vedere anche in altre circostanze, il legittimo impedimento a presentarsi il 26 giugno al processo per appropriazione indebita che lo vede coinvolto nella vicenda della “scalata” alla banca Antonveneta di alcuni anni fa. Insomma, una nomina che giunge proprio tempestiva e provvidenziale. E di provvidenza, in effetti, Brancher dovrebbe intendersene parecchio, visto che nella sua esistenza ha vissuto parecchie “conversioni”. Ha esordito, infatti, come prete paolino, lanciando con successo il settimanale “Famiglia Cristiana” anche attraverso la pubblicità, ma poi è passato alla politica nelle file del partito socialista diventando una vecchia conoscenza di Antonio di Pietro perché inquisito nell’ambito delle indagini di “Mani pulite”.
 
«Solo polemiche pretestuose. Non ho mai ricevuto una condanna. Chi mi ha inquisito ha fatto solo perdere soldi allo Stato» ribatte Brancher e il fatto è che è vero… Le accuse che gli erano state mosse ovvero falso in bilancio e finanziamento illecito ai partiti, (dopo essere stato anche detenuto a San Vittore per tre mesi e scarcerato per decorrenza dei termini di custodia cautelare), sono decadute, dopo la condanna in I e II grado, una per depenalizzazione (frutto di un’altra legge approvata da un precedente governo Berlusconi nel 2002) e l’altra per prescrizione.
 Ma, nonostante questa piccola disavventura, Aldo Brancher non ha certo perso tempo in chiacchiere, e si è, diciamo così, convertito ancora, questa volta alla causa di Forza Italia. E così lo ritroviamo in posizioni di riguardo in tutti gli esecutivi dei governi Berlusconi. Nel frattempo, viene indagato nell’ambito di un filone dell’inchiesta sul tentativo di scalata ad Antonveneta che si risolse poi in un clamoroso scandalo finanziario e nell’incriminazione di Gianpiero Fiorani ex amministratore delegato della Banca Popolare di Lodi. Brancher risulta inquisito insieme alla moglie: il neoministro, come si diceva, per appropriazione indebita e la sua consorte per ricettazione.
 Ma le vie del signore sono infinite e perciò ecco giungere la provvidenziale nomina. Ora Brancher dovrà darsi un gran daffare per organizzare il suo ministero, di cui nessuno sentiva alcun bisogno, e quindi chiederà che la sua posizione venga stralciata dal processo in corso. La cosa però, sembrerebbe andare meno liscia del previsto, almeno a giudicare dalle ultime notizie, che riferiscono di una presa di posizione del Quirinale contro l’applicazione del legittimo impedimento in questo caso, trattandosi di ministro senza portafoglio e quindi con pochissime incombenze organizzative.
 Questo dicastero-doppione costerà approssimativamente, secondo una stima di Enrico Letta, circa un milione di euro, e tutti noi pagheremo. Intanto a causa dell’ennesima manovra finanziaria i presidenti delle Regioni piangono, la scuola certo non ride (visto che ci saranno ulteriori e pesanti riduzioni delle cattedre), i grandi teatri insorgono per i tagli indiscriminati ai servizi e alle attività culturali. Infine, su un altro fronte, a causa della globalizzazione selvaggia, gli operai di Pomigliano sono costretti ad accettare la deregulation contrattuale pur di non ritrovarsi a spasso.
Questa è oggi l’Italia. 
  


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One response to “UN MINISTERO PER TUTTE LE STAGIONI – Un incarico ad personam per salvare capra e cavoli”

3 07 2010
onavi (18:12:29) :

preferisco non parlarne,la mia bocca si è asciugata