IL DISCORSO DEL PICCO DELL’AQUILA – Sulla natura di Buddha

5 01 2009
Tempio del Buddha di Smeraldo a Bangkok
«A livello Dharmakaya la sua mente è l’immensa estensione dell’onniscienza, che conosce tutte le cose esattamente come sono. A livello Sambhogakaya, che trascende la nascita e la morte, egli gira ininterrottamente la Ruota del Dharma.» (Dilgo Khyentse Rinpoche)
 
 
«Da quando ho conseguito la Buddhità il numero di kalpa che sono trascorsi è incalcolabile: centinaia, migliaia, miriadi, milioni, miliardi, asamhkya. Io ho predicato costantemente la Legge, istruendo e convertendo milioni di esseri viventi, facendoli entrare nella via del Budda; tutto questo per kalpa innumerevoli.
 Per salvare gli esseri viventi, uso l’espediente di mostrare il mio nirvana ma in verità non mi estinguo. Sono sempre qui a predicare la Legge. Sono sempre qui, ma grazie ai miei poteri sovrannaturali faccio in modo che gli esseri viventi obnubilati non mi vedano, neanche quando sono vicino.
 Quando le moltitudini vedono la mia estinzione, per ogni dove fanno offerte alle mie reliquie. Tutti nutrono pensieri nostalgici e i loro cuori anelano vedermi. Quando gli esseri viventi diventano devoti credenti, dall’animo retto e sincero, e desiderano con tutto il cuore vedere il Buddha anche a costo della vita, allora io e l’assemblea dei monaci appariamo insieme sul sacro picco dell’Aquila.
 Allora io dico loro che sono sempre qui, che non mi estinguo mai, ma che, in virtù del potere degli espedienti, a volte sembra che io sia morto, a volte no; dico anche che se vi sono esseri viventi in altre terre, rispettosi e sinceri nel loro desiderio di credere, allora io predico la Legge suprema anche per loro. Ma voi non avete mai udito queste mie parole, così pensate che io scompaia. Quando osservo gli esseri viventi li vedo annegare in un mare di sofferenze, perciò non mi mostro, facendo scaturire il loro desiderio. Poi, quando i loro cuori bramano la mia venuta, faccio il mio avvento e predico la Legge per loro.
 Questi sono i miei poteri sovrannaturali. Per asamhkya kalpa sono sempre vissuto sul sacro picco dell’Aquila e in diversi altri luoghi. Quando gli esseri viventi assistono alla fine di un kalpa e tutto arde in un grande fuoco questa, la mia terra, rimane salva e illesa, costantemente popolata di dei e uomini. Le sale e i palazzi nei suoi giardini e nei suoi boschi sono adornati di gemme di varia natura. Alberi preziosi sono carichi di fiori e di frutti e là gli esseri viventi sono felici e a proprio agio. Gli dei suonano tamburi celesti, creando un’incessante sinfonia di suoni. Boccioli di mandarava piovono dal cielo posandosi sul Buddha e sulla moltitudine.
 La mia pura terra non viene distrutta, eppure gli uomini la vedono consumarsi nel fuoco: ansia, paura e altre sofferenze predominano ovunque. Questi esseri viventi con molte colpe, per il karma creato dalle loro azioni malvagie, trascorrono asamhkya senza udire il nome dei tre tesori.
Ma coloro che praticano vie meritorie, che sono gentili, miti, onesti e retti, tutti loro mi vedranno qui, in persona, intento a predicare la Legge. In certe occasioni io spiego a questa moltitudine che la durata della vita del Buddha è incommensurabile, e a coloro che vedono il Buddha solo dopo molto tempo spiego loro quanto sia difficile incontrare il Buddha.
 Tale è il potere della mia saggezza: la mia luce risplende senza limiti. Ho conseguito questa vita che dura da infiniti kalpa come risultato di una lunga pratica. Voi, che siete dotati di saggezza, non dubitate di ciò! Abbandonate ogni dubbio una volta per tutte, poiché le parole del Buddha sono vere, non false.
Egli è come l’abile medico, che usa uno stratagemma per curare i figli usciti di senno. Sebbene sia vivo, diffonde la notizia della sua morte, ma nessuno può accusarlo di menzogna. Io sono il padre di questo mondo che salva coloro che sono afflitti e soffrono.Dato che le persone comuni sono illuse, sebbene io viva, faccio credere di essere estinto. Questo perché, se mi vedessero costantemente, nelle loro menti sorgerebbe arroganza ed egoismo. Liberi da ogni freno, si abbandonerebbero ai cinque desideri e cadrebbero nei cattivi sentieri. Io so che sta praticando la via e chi non lo sta facendo e, in risposta al loro bisogno di salvezza, predico per loro diverse dottrine. Questo è il mio pensiero costante: come posso far sì che gli esseri viventi accedano alla via suprema e acquisiscano rapidamente il corpo di Buddha?»
(Sutra del Loto – Discorso del Picco dell’Aquila)
 
 
«In questo contesto, benché il Buddha sia un personaggio storico, la storicità del Buddha Sakyamuni, sarebbe considerata un’ottima dimostrazione di un’azione compassionevole del Buddha, che si manifesta a partire dallo stato perfetto e atemporale del dharmakaya, o Corpo di Verità. Il Buddha Sakyamuni in quanto personaggio storico è noto come nirmanakaya, che significa Corpo di Emanazione; un’emanazione che si manifesta per adattarsi alle disposizioni mentali e alle esigenze di un certo periodo, un certo luogo un certo contesto. Questa emanazione, procede da un’emanazione precedente, il sambhogakaya, o stato di perfetta pienezza delle risorse, che sorge dall’estensione al di là del tempo del dharmakaya» (Dalai Lama)
 
 

Actions

Informations