LA DUCHESSA – La storia di Lady Georgiana Spencer in un film di Saul Dibb

4 01 2009
Thomas Gainsborough Lady Georgiana Spencer Cavendish
Non ci dobbiamo mai dimenticare da dove veniamo, né a che cosa erano sottoposte le donne nei secoli trascorsi.
Anche quando nel Settecento tutti gli uomini parlavano di libertà le donne erano solo povere comparse della storia senza alcuna voce in capitolo, «veline» che non potevano esprimersi in altro modo che con i loro cappelli, i loro nastri, i loro sontuosi vestiti (per chi poteva permetterseli ovviamente). E per quanto gli uomini potessero essere progressisti i «progressi» non includevano certo il sesso femminile.
Le donne non solo non avevano diritti, semplicemente non esistevano, ed erano sole, anche quelle di famiglia ricca e importante, nobili quanto volete. Sole, perché semplicemente per la legge non avevano personalità giuridica. Il marito era anche il loro padre padrone e le loro famiglie di origine avevano un solo consiglio da dare: rassegnarsi, chinare la testa, fare «le mogli», dire sì.
Erano alla mercé del marito e all’occorrenza costrette a sopportare qualunque umiliazione personale, si chiamassero pure Georgiana Spencer duchessa del Devonshire o lady Elizabeth Forster. Tutti titoli dei loro mariti non loro propri…
Comparse in un mondo tutto maschile. Neanche la libertà di avere un’amica, perché in una società così, in cui le donne dipendevano totalmente dagli uomini per qualunque decisione, anche le amiche venivano spinte inevitabilmente le une contro le altre. In una concorrenza tra schiave per contendersi i favori dell’uomo. Non vi ricorda «Lanterne rosse»? Ecco, la nostra cara vecchia Europa non era da meno.
A nulla valeva la bellezza davvero straordinaria Georgiana, la raffinatezza dei modi, l’eleganza e il gusto estetico ricercatissimo. Il marito poteva portarsi a letto chiunque, dalla cameriera alla sua migliore amica e magari portarsi a casa qualche figlio illegittimo… arroganza del potere e del denaro.
Ma lei non poteva permettersi altrettanto.
Lady Georgiana Spencer «La Duchessa» semplicemente fu costretta a barattare la propria libertà e la propria dignità con il diritto di poter vedere i propri figli.
 
Vengono in mente ben altre storie di donne: dalla Anna Karenina di Tolstoj, alla quale il marito sottrae il figlio nello stesso modo, alle protagoniste di un film di alcuni anni fa, «Magdaleine», ragazze madri costrette a subire continue violenze.
Ma poi, fuori della finzione ci ricordiamo che in gran parte del mondo i diritti delle donne sono sistematicamente violati ancora oggi. Inoltre, a ben guardare, anche nei paesi che li riconoscono a parole, di fatto vengono ancora misconosciuti. Non solo, ma basta pensare ai tre casi di stupro verificatisi a Roma di recente nel giro di due giorni per rendersi conto di come molti uomini, troppi, percepiscano ancora le donne; infatti, se parliamo di ciò che succede nella coppia non va meglio: dalle violenze all’omicidio la situazione è davvero drammatica a livello di cifre e statistiche.
 Keira Knigthley - La Duchessa
Così andò per Georgiana Spencer, che in fondo era una privilegiata e per quelle anonime, che la storia non ricorda, sicuramente andò anche peggio. Bastava rivendicare il proprio diritto naturale, quello non sancito dalle «carte» degli uomini, il diritto ad essere se stesse, ad avere opinioni, ad avere interessi e ad amare qualcuno (quando il proprio marito ne cambiava una per notte o si teneva l’amante nella stessa casa) per poter essere messa alla porta, essere costretta a scegliere. Barattare se stesse per i propri affetti e per non diventare un rifiuto della società.
Non dovremmo mai dimenticarci da quale storia veniamo. Tutte quelle donne che oggi cercano in ogni modo di piacere agli uomini e sembra che non possano esistere senza di loro, sono davvero patetiche, se si pensa al passato. Ma la libertà di essere se stesse costa ancora oggi, a volte costa davvero tanto. E’ molto più facile spalmarsi come burro sui pensieri e sui desideri del proprio partner, abituandoci solo a «compiacere».

Questa è la storia. Lady Georgiana Spencer continuò la sua vita pubblica e divenne comunque un esempio per tutte le donne del suo tempo. Morì, si dice, di un «ascesso» al fegato o forse solo di dolore, dopo aver sopportato una lunga serie di violenze psicologiche e talvolta fisiche nella prigione che lei stessa si era scelta, nel palazzo di suo marito, il Duca del Devonshire.


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